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giovedì 29 ottobre 2020

Segnalazione: "Toscana Interiore" di Filippo Brancoli Pantera


Buongiorno lettori e lettrici del blog!

Dopo l'acclamata presentazione in anteprima al festival Lucca Città di Carta, oggi vi segnalo il volume Toscana Interiore dell'autore/fotografo Filippo Brancoli Pantera, in uscita il 1 novembre grazie alla NPS Edizioni (in collaborazione con L'Ordinario).

Il libro raccoglie una quarantina di fotografie sulla Toscana, accompagnate da un testo introduttivo e a corredo, dove letteratura e fotografia si mescolano regalando un affresco diverso, realistico, della nostra regione.

Il volume è molto più di un connubio tra scrittura di viaggio e un libro di fotografia. È una ricerca pura dell’origine di noi stessi, indipendentemente se si è toscani oppure no. 

Un Paesaggio che non ammicca con le classiche foto di colline ricche di cipressi e ulivi, ma narra un aspetto completamente diverso, sconosciuto, ancestrale. Una sorta di Lato B della Toscana che racconta bene da dove provengono gli uomini. Filippo Brancoli Pantera “toglie alla Toscana la sua bellezza da cartolina e va a scavare radici, ad annusare piante, a scontornare rocce e pietre, a ritrarre cartelli, insegne, strade, che se ne stanno lì, come i nostri nonni, a indicarci la via. A risalire colline per scoprire un altro paesaggio, un altro lato di ciò che siamo”, come spiega la curatrice del volume Romina Lombardi all’interno del libro.



Titolo
: Toscana Interiore
Autore: Filippo Brancoli Pantera
Editore: NPS Edizioni
Genere: Libro fotografico
Formato: Cartaceo
Costo: 25,00 €
Numero pagine: 102
Prima edizione: 1 Novembre 2020




“Toscana Interiore” è molto più di un connubio tra scrittura di viaggio e un libro di fotografia. È una ricerca pura dell’origine di noi stessi. Dove l’autore stesso si è dovuto prima ricercare, per poi poter raccontare un Paesaggio che non ammicca, ma narra.
Filippo Brancoli Pantera toglie alla Toscana la sua bellezza da cartolina e va a scavare radici, ad annusare piante, a scontornare rocce e pietre, a ritrarre cartelli, insegne, strade, che se ne stanno lì, come i nostri nonni, a indicarci la via. A risalire colline per scoprire un altro paesaggio, un altro lato di ciò che siamo.
Filippo Brancoli Pantera ci racconta di foglie scavando sotto la terra per indagare, in realtà, le nostre Storie. Perché ha capito quanto il Paesaggio sia in realtà il nostro DNA meno indagato, ma talmente potente da raccontarci una verità storica: ricerchiamo il viaggio perché non abbiamo mai smesso di essere cacciatori-raccoglitori nomadi, nemmeno quando siamo diventati agricoltori. I nostri viaggi sono quindi la scusa ufficiale per saziare un istinto che ci appartiene da sempre. E il Paesaggio ce lo racconta.

ESTRATTO

Per sentirmi vivo, avevo bisogno di sentirmi in movimento. Esplorare il territorio, conoscerlo, percorrerlo, perdermici dentro, trovare il suo centro solo per scappare ai bordi, saltare dentro e fuori dai confini, correre a vedere dove porta una discesa per poi risalire su un promontorio, su una torre abbandonata, su un albero, sul tetto della macchina, e se non si può pazienza, si fa lo stesso perché non si può rinunciare al piacere di scoprire cosa si vede da lassù, che magari si vede la fine, la fine di cosa? La fine di quello che c’è…


Filippo Brancoli Pantera
si dedica da anni allo studio del Paesaggio per rintracciare su di esso le coordinate storiche, economiche e culturali che definiscono la società contemporanea e l’uomo che ne fa parte. Il Paesaggio si trasforma così in una serie di livelli che offrono al fotografo e allo spettatore le chiavi per comprendere da punti di vista diversi alcuni aspetti fondamentali della nostra cultura e della nostra vita. Seguendo questa ricerca, Brancoli Pantera ha indagato buona parte del territorio italiano, a cui si aggiungono gli studi su quello francese e quello elvetico, in un percorso che ha nel paesaggio europeo, e nella sua iconografia, il proprio centro di riferimento.
Grazie alle esperienze più classiche maturate in Italia (Laurea in Beni Culturali) e a quelle più tecniche acquisite negli Stati Uniti (specializzazione in fotografia documentaria presso l’International Center of Photography di NYC), si è sviluppato uno stile unico in equilibrio tra tradizione e modernità.




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